La Certosa di San Lorenzo a Padula

Km: 112
Tempo di percorrenza: 80 min
La certosa di Padula, o di San Lorenzo è una certosa situata a Padula, nel Vallo di Diano, in provincia di Salerno. Si tratta della prima certosa ad esser sorta in Campania, anticipando quella di San Martino a Napoli e di San Giacomo a Capri.
Estesa su una superficie di 51.500 m², disposti su tre chiostri, un giardino, un cortile ed una chiesa, è uno dei più sontuosi complessi monumentali barocchi del sud Italia, nonché la più grande certosa a livello nazionale e tra le maggiori d'Europa. Dal 1957 ospita il museo archeologico provinciale della Lucania occidentale; nel 1998 è stata dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO assieme ai vicini siti archeologici di Velia, Paestum, al Vallo di Diano e al parco nazionale del Cilento.
Sul lato estremo occidentale del complesso, risalente all'ultimo quarto del Settecento, è il monumentale scalone ellittico.[9] Chiuso all'esterno da una torre ottagonale, lo scalone conduce al primo piano del chiostro grande, utilizzato dai monaci di clausura per la loro "passeggiata settimanale".
Parco e giardini
Scalone monumentale ellittico
Nei documenti del 1763 di Thomas Salmon l'opera non viene citata, mentre ciò avviene per la prima volta nel 1779, dunque è entro questo arco temporale che si fa collocare l'edificazione dello scalone. L'opera è frutto di Gaetano Barba,[9] architetto allievo di Luigi Vanvitelli che operò dagli anni settanta del Settecento in certosa per compiere la galleria al primo piano del chiostro grande. Probabilmente il progetto è invece di Ferdinando Sanfelice, maestro napoletano ideatore di questo tipo di architettura a doppia rampa.
Il materiale usato per l'opera, secondo fonti dell'epoca costata ben 64.000 ducati, è la pietra di Padula. Al centro dello scalone è lo stemma della certosa di San Lorenzo: mitria vescovile (il priore era comunque un vescovo), la corona di marchese, il bastone pastorale vescovile, il simbolo di san Lorenzo (la graticola) ed infine la fiaccola, che rivolta verso l'alto avrebbe significato anni di buon augurio, rivolta verso il basso, anni di miseria. Salendo lo scalone, la torre ottagonale che lo chiude dall'esterno è caratterizzato da sette finestroni aperti verso il giardino all'italiana, di rifacimento settecentesco che utilizzavano i monaci di clausura per le loro uscite durante le festività.
Da qui, infine, si sviluppa tutta l'area verde che circonda le mura esterne del complesso.